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Viaggi & Eventi

Il Senso Del Viaggio: Perché si viaggia? Qual è la vera metafora che si nasconde dietro l'irrefrenabile desiderio di muoversi? Quella di conoscere nuove culture, di vedere nuovi mondi? O forse quella di trovare un punto di riferimento che ci aiuti a conoscere meglio noi stessi, il mitico centro di gravità permanente di cui si favoleggiava in una nota canzone di qualche anno fa. I motivi per cui si viaggia s'intrecciano e si dipanano lungo il filo delle più diverse ragioni, e prima o poi il viaggiatore è costretto a fermarsi e a confrontarsi con tutto il corollario di domande e riflessioni che ne conseguono. Può sembrare assurdo viaggiare e doversi interrogare sulle motivazioni che ci spingono a farlo, si può viaggiare semplicemente per il piacere di farlo? Certo, ma a ben vedere non si nasconde anche lì una motivazione più profonda: la ricerca della felicità. Io non ho risposte esaustive, ma solo nuove domande. E forse, alla fine del viaggio, la vera metafora è solo quella d'aver accumulato dei bei ricordi... una delle poche cose che nella vita può fornire la misura d'aver vissuto veramente... Dopo aver tanto parlato e scritto di viaggi ho sentito l’intimo bisogno di scrivere queste righe, di aderire al coro di quanti, in tutte le epoche della vita umana, hanno percepito l’esigenza di interrogarsi sul significato più profondo del viaggiare. Quante parole sono state spese, quante metafore sono state scritte, quante fini similitudini sono state coniate, e tutto per trovare un senso comune che potesse racchiudere una parvenza di significato che pure scivola in mille rivoli, cangia in mille sfaccettature e sembra non lasciarsi mai afferrare. Quanti di noi si sono cimentati in una così titanica avventura da parere essa stessa un immaginifico viaggio, e quanti modi diversi di viaggiare si potrebbero elencare senza correre il rischio di ripetersi. Si viaggia per spirito d’avventura, per conoscere altri popoli, per andare alla scoperta del mondo ed accorgersi poi che quello a cui hai sempre anelato è lì, appena dietro il giardino di casa. Si viaggia per imparare ad amare o per essere amati, per lenire un dolore o per dare sfogo alla rabbia, perché spinti da una fede cieca o perché non si ha più nulla in cui credere. Si viaggia per essere stati i primi o per dire io c’ero, per aiutare il prossimo o per farsi aiutare, perché si è amici o per fare nuove amicizie. Si viaggia per incontrare qualcuno o per abbandonare qualcun'altro, per non saper attendere o perché abbiamo atteso troppo, per indagare nel profondo della nostra anima o per fuggire da se stessi... E cosa dire del viaggiatore, spirito errante eternamente insoddisfatto, capace di viaggiare attraverso il tempo, nella memoria perenne come in un attimo sfuggente, in uno spazio chiuso eppure senza confini. Cosa lo spinge a quest’opera mutevole come può esserlo un pensiero e istintiva come un debole respiro? Perché, si dirà, non è forse tutta la vita un breve viaggio verso una meta oscura? A che giova viaggiare per dover tornare, muoversi e ritrovarsi poi sempre allo stesso punto? Più si scende in profondità e invece che trovare una risposta, sembriamo saper accumulare solo altre domande. Perché viaggiare è in fondo uno stato dell’animo, a cui non si può chiedere ragione della sua esistenza, esiste perché noi esistiamo. Ecco la raccolta di alcune tracce del senso del viaggiare e dei viaggiatori.

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